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Per una federazione e un’identità europea


29.01.2024

l sostegno per una nuova struttura politica europea è debole. Tuttavia, l'evoluzione interna dell'Unione a 27 Stati membri e gli allargamenti previsti nonché la tesa situazione geopolitica (cf. Russia sul piano militare ma anche Cina e Stati Uniti dal punto di vista industriale e commerciale) richiedono un approccio innovativo, anche dirompente del sistema politico europeo al fine di garantire la legittimità democratica da un lato e l'efficienza dell'insieme europeo dall'altro. Come veniva discusso dall’Associazione Mazzini cinque anni fa, la tematica "Dall’Unione europea agli Stati Uniti d’Europa: la sfida di Giuseppe Mazzini" non ha perso niente della sua attualità. L'assetto istituzionale europeo si basa sull'equilibrio tra Stati grandi e piccoli, tra potere esecutivo, legislativo e giudiziario, tra competenze esclusive dell’Unione, condivise con gli Stat o e nazionali. Se lo status quo consente di "sopravvivere", questo sistema non permette di rispondere con adeguatezza e con la velocità richiesta dalle crisi di oggi. Nell'era della globalizzazione, dei social network onnipresenti e del regno dell'immediatezza, la governance dell'UE richiede un serio aggiornamento per rispondere meglio all'interesse generale europeo preservando la "gloriosa individualità" degli Stati membri, per parafrasare Victor Hugo. Se i cittadini dell'Unione si lamentano spesso dei ritardi, della burocrazia, dei tecnicismi e dei compromessi europei, le soluzioni vengono certamente più da una maggiore integrazione europea che da un ritorno a una malsana nostalgia nazionale. Il caso del Regno Unito post Brexit lo dimostra ampiamente. I federalisti europei sono convinti che ci sia bisogno di una nuova entusiasmante narrativa europea che deve, per riunire i giovani europei, andare oltre la "pace" e l'"unità nella diversità". Se tutti i popoli dei 27 non sono pronti ad andare avanti, bisogna lanciare un'avanguardia di Stati membri che vogliono andare più arduamente nell'integrazione e nell'approfondimento europeo, ad esempio partendo con i Sei Stati membri fondatori o con il Venti membri della zona euro. Un tema tanto promettente quanto delicato per un nuovo slancio dell'entusiasmo europeo potrebbe essere quello dell'identità. Diversamente dalla nazionalità (legame con uno stato e un territorio) e dalla cittadinanza (partecipazione attiva degli individui alla società), l'identità si riferisce all'autocoscienza e al senso di appartenenza. Amartya Sen (Identity and Violence) e Amin Maalouf (Les identités meurtrières) hanno giustamente segnalato i pericoli di un'identità che sarebbe confinata in un'unica appartenenza, un atteggiamento egocentrico, settario, intollerante; un'identità esclusiva che dividerebbe il mondo tra 'noi' e 'gli altri'. In Europa, troppo spesso le differenze prevalgono sui punti in comune. Dopo oltre 70 anni di storia comunitaria, proviamo a mettere in luce alcuni ambiti su cui si fonda l'identità europea: L'eredità greca, romana, cristiana e illuminista. Secondo il poeta Paul Valéry, "ovunque i nomi di Aristotele, Platone ed Euclide, ovunque i nomi di Cesare, Gaio, Traiano e Virgilio, ovunque i nomi di Mosè e San Paolo, hanno avuto significato e autorità simultanei, lì c'è l'Europa". Secondo l'umanista e federalista europeo Denis de Rougemont, "la nostra civiltà europea è quella del dialogo, dei dibattiti, delle dispute". Per il diplomatico Salvador de Madariaga, la libertà di pensiero e il rispetto della persona umana sono consustanziali dell'Europa: "L'Europa cessa di esistere là dove si viola l'uno o l'altro". L'ex ministro degli Esteri polacco e deputato europeo, Bronislaw Geremek, amava ricordare che "la solidarietà sociale è uno dei valori fondamentali dell'Unione europea".

"Il commercio, l'esportazione delle nostre norme sociali e ambientali, le nostre norme in materia di protezione dei dati o di sicurezza alimentar" fanno parte del DNA europeo amava ricordare Jean-Claude Juncker, ex presidente della Commissione europea. Secondo il precursore italiano del pensiero complesso, Giambattista Vico, "l'arte e la scienza sono le più alte espressioni dello spirito umano". E José Ortega y Gasset, autore della 'Ribellione delle Masse' ricordava che se facessimo il bilancio del nostro contenuto mentale - le opinioni, le norme, i desideri e le presunzioni - noteremmo che la maggior parte di ciò non viene al Francese della sua Francia, né allo Spagnolo della sua Spagna, ma del "fondo comune europeo". Se oggi diamo un valore particolare alla vita umana (no alla pena di morte), alla pace (tra tutti gli Stati del mondo), alla risoluzione pacifica dei conflitti (attraverso il diritto), alla considerazione dei beni pubblici come l'acqua o l'aria, è perché abbiamo forgiato la nostra coscienza collettiva in questo substrato comune. Lo stato di diritto, la democrazia, la separazione dei poteri, il rispetto delle minoranze, il diritto dei consumatori, la cittadinanza europea, la libera circolazione sono il frutto di questo equilibrio tra i diversi aspetti della nostra appartenenza comune. Questa identità europea è definita più dalla giustapposizione (e-e) delle nostre storie che dalla sostituzione o esclusione (o-o). L'identità europea è molteplice e difficile da individuare. Ma questi diversi aspetti definiscono la nostra appartenenza, la nostra Europa-continente, la nostra Europa-costruzione, la nostra Europa-civiltà, la nostra Europa-speranza e la nostra Europa-futuro. Per sottolineare questa identità europea, i Federalisti chiedono che il prossimo Parlamento europeo risultante dalle elezioni del maggio 2024 si autoproclami 'costituente' ed elabori una Costituzione basata sui principi della sovranità condivisa, del primato del diritto europeo e di una democrazia sovranazionale europea. Solo in questo modo potrà nascere un'opinione pubblica e un'identità europea.

Domenico Rossetti di Valdalbero, Segretario generale della sezione belga dell’Unione dei Federalisti Europei - https://uef-belgium.be/ . Quest’articolo riprende diversi elementi dal libro scritto da D. Rossetti nel 2022, "L’Europe fédérale, cette utopie vivante", L’Harmattan, Parigi.


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